Philip Roth

Ho appena finito di leggere “Patrimonio, una storia vera” di Philip Roth, libro uscito in America nel 1991 e pubblicato solo adesso in Italia da Einaudi Editore (meno male…).

E’ un libro commovente, autobiografico, nel quale Roth racconta gli ultimi momenti di vita del padre ottantaseienne, destinato a morire a causa di un tumore al cervello: un vero atto d’amore verso il padre malato.

Così, lasciata la tomba di mia madre e raggiunto il suo appartamento, ero andato al gabinetto, dove mentre contemplavo la tazza per la barba di mio nono, avevo provato le mie battute per la cinquantesima volta; poi ero tornato nel soggiorno e l’avevo trovato accasciato in un angolo del sofà in attesa del verdetto. Lil aspettava nell’altro angolo. Mi disse:- Philip, vuoi che me ne vada?

– No, certo che no.

Herman, – disse a lui, – vuoi che rimanga? – Ma mio padre non la sentì nemmeno. E da quel momento Lil fu così silenziosa che avrebbe potuto benissimo non essere presente.

– Bene, – disse lui lentamente, con una voce molto cupa, – qual’è la brutta notizia?

Mi sedetti nella poltrona davanti a lui, col cuore in tumulto come se quello a cui stava per essere comunicato qualcosa di terribile fossi io.

– Hai un problema serio, – esordii, – ma che si può affrontare. Hai un tumore nella testa.

Da “Patrimonio, una storia vera” Philip Roth, Einaudi

einaudi